Il vino di Michele Satta: un incontro inebriante

Il vino di Michele Satta: un incontro inebriante

E’ Michele Satta, titolare dell’omonima azienda vitivinicola toscana, a raccontare l’amore per il proprio lavoro e indubitabilmente un destino segnato dalla passione e dall’entusiasmo per la terra. Arrivato da ragazzo dalla Lombardia per una vacanza estiva a Castagneto Carducci a cui seguì una proposta di lavoro, non riuscì ad allontanarsi più dalla Toscana e dalla sua splendida e fertile terra. «Negli anni di gavetta - racconta Michele - imparo che la terra diventa dura quando soffia il vento, che ci sarà brutto tempo quando le rondini volano basse, imparo il ciclo della pianta, perché in certe zone del campo le piante stentano e in altre no, imparo che la cultura contadina è immenso patrimonio di unità con la natura e di paziente rispetto della realtà.» Il suo è un legame fortissimo che trova espressione compiuta nella propria azienda, fondata nel 1983, anno precedente alla fondazione della Doc di Bolgheri della quale Satta è uno dei fautori. La produzione, dal 1991 quando piantò il primo vigneto, si arricchisce anno dopo anno di numerosi vini: Piastraia, i classici Bolgheri e altri che invece sono costituiti da singoli vitigni quali Cavaliere, Giovin Re e Syrah. Ovviamente l’azienda è cresciuta da quando il giovane Michele si mise in proprio: oggi, pur a conduzione familiare, i vigneti coprono 23 ettari assolati e benedetti dall’influenza del mar Tirreno e “regalano” 150.000 bottiglie l’anno ottenute interamente da uve di propria produzione.